Il cristianesimo è Gesù
Con un’illuminante relazione del biblista Romano Penna sulla paradossalità dell’evento cristiano si è aperta lunedì scorso presso il centro pastorale del Matassino la settimana teologica diocesana.
Un’insistita raccomandazione a non addomesticare Dio e la paradossalità dell’evento cristiano che ha al suo centro lo scandalo inaudito e impensabile della Croce di Cristo.
È stata questa, in sintesi, la riflessione offerta da mons. Romano Penna, già docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense e biblista tra i più autorevoli e ascoltati, alle numerose persone che hanno partecipato, lunedì scorso 5 settembre, alla prima giornata della nostra settimana teologica diocesana.
Aperta da un momento di preghiera guidato dal vescovo Stefano, che ha poi salutato i presenti sottolineando come la formazione permanente sia una dimensione connaturata con la fede cristiana e con il nostro essere discepoli, sempre in cammino per conoscere e imparare ad ascoltare e amare il nostro Dio, la mattinata è stata caratterizzata da un intenso ascolto delle parole di Romano Penna.
Prendendo avvio dalla pagina forse decisiva nella quale l’apostolo Paolo descrive il cuore della propria fede, quello che lui stesso definisce il “suo Vangelo”, il primo capitolo della prima lettera ai cristiani di Corinto, Penna ha subito messo in chiaro che lo scandalo costituito dalla morte in Croce di Gesù è una dimensione innata e decisiva nell’esperienza cristiana. Si potrebbe pensare, ha aggiunto, a quello che Aristotele dice circa l’inizio della filosofia, che essa fiorisce dalla meraviglia. Così è per lo scandalo: esso è all’origine della libertà e della forza dell’annuncio cristiano, di quella parresia che lo caratterizza e che ricorre, come termine, ben trentuno volte nel Nuovo Testamento. Paolo parla della «parola della croce» come della vera sapienza di Dio. Di fatto, ha affermato Penna citando uno dei pensatori che maggiormente ha riflettuto sul paradosso cristiano, il filosofo danese Sören Kierkegaard,«il cristianesimo non è stato mai così vero come quando Cristo pendeva dalla croce. Dopo di allora, di fatto, non lo sarà mai più!».
Scandalo è la Croce più della risurrezione, ha continuato Penna: è il Crocifisso che pende sulla parete centrale del pensiero di Paolo. Sulla Croce non vediamo le spalle di Dio, come accadde a Mosè, ma il suo pieno volto: «chi vede me, vede il Padre». Il volto del Crocifisso è l’ultima visione storica del volto di Cristo: di fatto, il volto del Risorto è già nella metastoria. Il Dio della croce non si trova alla fine di un sillogismo, ma all’inizio della rivelazione dell’amore di Dio. «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie»: la sapienza di questo mondo viene surclassata da un tipo di intervento che non era nemmeno immaginabile…
Certo, nella lettera ai cristiani di Roma, Paolo ammette che si possa conoscere Dio per la via dell’osservazione della natura, ma si tratta solo di una prima intuizione di Dio, di quel Dio che si fa conoscere completamente e paradossalmente proprio sulla Croce.
Come è possibile rispondere a questa rivelazione scandalosa, si è poi chiesto il relatore. Provando a comprendere che la stoltezza è, di fatto, una nuova forma di sapienza. Ci è chiesto un grande slancio di umiltà: chi si gloria, non si glori d’altro che della sua stoltezza. Come affermava Blaise Pascal, l’intelligenza dell’uomo è ben debole se non è capace di arrivare al riconoscimento della propria debolezza. La rivoluzione della stoltezza della croce è una sfida al nostro pensiero, un invito a rovesciare tutte le nostre categorie, il nostro stesso ordinamento di vita. Il Dio del Vangelo è un Dio sorprendente, non circoscrivibile nei confini della nostra ragione. «Io non cerco, trovo» affermava Picasso. Egli parlava dell’ispirazione artistica, ma l’esperienza vale anche per l’incontro con il Dio cristiano. Che non viene nei binari da noi previsti, ma da altrove, come un incontro improvviso e, appunto, sorprendente. Un Dio così non si può che accogliere, a un Dio così non si può dire altro che sì.
Lo affermava già con chiarezza sant’Agostino: «Dal momento che parliamo di Dio, che cosa c’è di straordinario se non comprendi? Infatti, se comprendi, quello non è Dio! Se lo hai compreso, Dio non è così» (Agostino). La risposta della fede è la sola risposta plausibile alla rivelazione dello scandalo di Dio. Qualsiasi altra risposta è errata, particolarmente quelle che pensano di poter fare affidamento alla propria osservanza e all’obbedienza alla legge. Il cristianesimo è Gesù, ha concluso Penna, fede è andare in Cristo, come indica la particella greca eis: il cristianesimo è una relazione con Gesù Cristo.
Alla relazione di Penna è seguita un’ora di ricco e ampio dibattito durante il quale il relatore ha precisato e approfondito vari aspetti della sua riflessione, aggiungendo notazioni di grandissima ricchezza e profondità: uno scambio che tutti potranno recuperare grazie alla diretta streaming sul canale YouTube della diocesi dove la mattinata di lunedì, così come gli altri incontri della settimana saranno a disposizione di chiunque. L’evento della Croce è grazia totalmente libera di Dio, un atto di amore disinteressato e assolutamente gratuito, ha concluso Penna. Citando un’espressione bellissima di sant’Agostino che diventa per noi un programma di vita: «È Dio che scatena il vento. A noi tocca solo spiegare le vele»!
don Alessandro Andreini